06. Amore per i perduti (2)

Quella che è ricordata da tutti come ‘la parabola del figlio prodigo,’ è la terza storia trascritta da Luca nel capitolo 15 del suo vangelo. Essa completa la trilogia delle parabole della grazia, le quali seppur con sfumature diverse, puntano tutte alla stessa verità centrale e cioè all’amore di Dio per i perduti e alla conseguente gioia che Egli prova quando un sol peccatore si ravvede.

La verità rivelata da questa parabola è tanto importante per noi oggi, quanto lo è stata per l’uditorio originale del Signore. Che lo vogliamo accettare o meno, tutti noi dobbiamo misurarci con la drammatica verità che, alla fine, ognuno di noi può ricadere in una soltanto delle due categorie qui rappresentate dai due figli: il ribelle peccatore penitente rappresentato dal giovane figlio da una parte, e dall’altra, l’orgoglioso peccatore, nella fattispecie il fratello maggiore, che invece rimane in uno stato di ribellione contro il padre. L’appartenere ad una categoria piuttosto che all’altra ha risvolti eterni totalmente diversi.

Analizzeremo questa parabola considerando:

1.    La conversione del figlio perduto
2.    L’attesa del padre compassionevole
3.    L’ostinatezza del fratello adirato

Rev. Vincenzo Coluccia

Dopo aver lavorato per dieci anni nell’ambito dell’ingegneria strutturale, Vincenzo si è laureato in teologia presso il Westminster Seminary California. Ora è un ministro di culto ordinato presso la Chiesa Presbiteriana in America (PCA) incaricato dal Presbiterio della Costa Meridionale della California di fondare una chiesa presbiteriana nel capoluogo Salentino attraverso la Mission to the World (MTW), l'agenzia missionaria della PCA, per cui lavora insieme alla moglie Judit dal 2020. Attualmente, Vincenzo è pastore della Chiesa Presbiteriana di Lecce, città in cui vive assieme alla moglie Judit, la figlia Abigail e il figlio Samuel.

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