Chiesa Pietra Vivente

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23. Neppure io ti condanno!

Testo: Giovanni 7:40-8:11

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Giovanni 7:40-8:11 | Neppure io ti condanno! Rev. Vincenzo Coluccia

La storia della miseria umana è piena di grandi peccati perdonati dalla misericordia divina e di altrettanti peccatori trasformati dalla grazia e di Dio. Uno tra tutti, Saulo da Tarso, che, da acerrimo persecutore della chiesa, divenne l’apostolo di Cristo a cui dobbiamo 12 dei 27 libri del Nuovo Testamento. E poi ci siamo noi, i nati nemici di Dio ed ora salvati e amici di Cristo!

L’episodio odierno della donna colta in adulterio e trascinata davanti a Gesù (per incastrarlo) ricorda per certi versi l’incontro tra Gesù e un’altra peccatrice: la Samaritana al pozzo (Gv 4). In entrambi gli episodi il Signore si rivela come il Salvatore compassionevole e misericordioso, Colui che offre la Sua giustizia divina e il suo perdono al più grande dei peccatori.

Come afferma Agostino commentando il passo odierno, alla fine dello “scontro” tra Gesù e i capi religiosi vediamo che “rimangono solo in due: la misera della donna e la misericordia di Dio”. E come fu allora, la medesima scena continua a ripetersi ancora oggi. Ancora oggi vediamo che

1.      La giustizia divina rigettata
2.      La miseria del peccatore palesata
3.      La misericordia divina accordata