27. Vista ai ciechi e cecità ai vedenti
Testo: Giovanni 9:1-41
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Osservando la natura ci rendiamo facilmente conto che la luce ha un duplice impatto sul creato. Essa non solo attira e favorisce la vita e la crescita di molte creature, ma fa anche scappare delle altre. Prova infatti a spostare una grossa pietra in modo che il terreno sottostante sia esposto alla luce del sole: noterai subito come gli insetti striscianti che vivono al buio vengono spinti dalla luce nei luoghi oscuri che amano. Allo stesso modo, il vangelo di Giovanni ci mostra come la luce spirituale del vangelo da una parte attira e salva gli eletti a Cristo, e dall’altra porta uno scontro, un conflitto e soprattutto un giudizio sui non eletti che da tale luce fuggono.
E proprio il tema del conflitto tra luce e tenebre, tra fede e incredulità, e tra salvezza e giudizioviene messo ampiamente in risalto in Giovanni 9. Questo resoconto invita tutti noi a riflettere sul dramma della cecità spirituale, e a interrogarci per capire – come si legge al v. 40 – se “Siamo ciechi anche noi”. Ma come lo capiamo? Rispondendo anche noi alla domanda più importante che può esserci rivolta in questa vita: “Credi tu nel Figlio dell’uomo, si o no?” (v. 35).
Ironicamente, all’inizio sembra che sia il cieco nato a essere avvolto dalle tenebre, mentre alla fine sono proprio quelli che pensano di vedere a essere esposti dalla Luce come i veri ciechi e le sorti vengono capovolte: il cieco nato ci vede, mentre coloro che sono convinti di vedere sono ciechi.
Dunque, con l’aiuto di Dio, vedremo insieme che Gesù è
1. La luce del mondo
2. La luce che apre gli occhi dei ciechi
3. La luce che acceca gli occhi dei vedenti