29. L’opera del Buon Pastore
Testo: Giovanni 10:11-21
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Sembra che tra tutte le creature a quattro zampe, le pecore siano le meno brillanti (intelligenti). Infatti, se lasciate a sé stesse e incustodite, le pecore possono facilmente perdersi, diventare facili prede per i lupi o altri predatori, o addirittura gettarsi da un dirupo, perché non riescono a discernere il pericolo. Questo è il motivo per cui tali animali hanno bisogno di pastori.
Il fatto che le Scritture paragonino i credenti alle pecore dovrebbe farci riflettere non poco. Tale paragone non è un certamente un complimento, ma ci fa ben intuire i rischi che un credente corre se si allontana dal proprio pastore. Gesù, il “buon pastore delle pecore,” è colui che chiama i suoi eletti fuori dall’ovile di perdizione di questo mondo, per fargli entrare nel Suo regno eterno di salvezza.
Due aspetti emergono da questi versi:
1. Il fondamento dell’opera della salvezza
2. L’estensione dell’opera della salvezza