09. Spogliarsi del vecchio e rivestirsi dell’uomo nuovo
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Se davanti ad un maiale rovesci un bidone di spazzatura organica putrefatta e a fianco metti una bella teglia di lasagna al forno, su cosa pensi il maiale si fionderà per mangiare? La spazzatura! Viceversa, se fai lo stesso esperimento con un uomo, lui certamente griderà “Ehi, ahi, che fai? Non mettere la lasagna vicino alla spazzatura! Dalla qui, dalla a me che ci penso io a farla fuori!”
Allo stesso modo, poni davanti ad un peccatore non rigenerato la scelta tra qualcosa di sacro e di profano, ad esempio tra l’andare in chiesa nel Giorno del Signore o l’andare a divertirsi altrove, sicuramente la scelta ricadrà sul divertimento, piuttosto che sul lodare Dio.
La realtà che sta dietro a questi banali esempi è che “tu sei quel che mangi,” e quel che tu sei, condiziona quel che tu credi e pensi, e determina le azioni che poi tu compi. Ecco perché è fondamentale che tu conosca bene ciò che tu sei, perché da un credente rigenerato, ci si aspetta che cammini e faccia scelte spirituali e morali diverse da un non salvato.
Paolo, in virtù della unione e comunione del credente con Cristo, nei versi odierni esorta solennemente i salvati a non camminare più come pagani, ma come si conviene agli uomini e donne nuove in Cristo.
Pertanto, da questo testo considereremo:
1. Il ritratto del vecchio uomo in Adamo (4:17-19)
2. Il ritratto del nuovo uomo in Cristo (4:20-24)